Altro che risanatore dei conti:Monti moltiplicò il debito italiano

Non compare mai nel curriculum ufficiale di Mario Monti. Né in quello della Università Bocconi, né in quelli da commissario europeo. Non c’è nemmeno sul sito Internet del Senato, dove Monti è stato inserito come senatore a vita con tanto di posta elettronica (monti_m@posta.senato.it) ma senza un rigo di biografia. Si vede che il tecnico che tutta Europa sembra invidiarci, l’unico italiano di cui i mercati dicono di fidarsi, deve avere fatto qualcosa nella vita di cui si vergogna un po’, tanto da averlo nascosto a tutti. A sollevare il velo ci ha pensato Paolo Cirino Pomicino, che in fondo è il vero regista del prossimo sbarco di Monti a palazzo Chigi: «Il professore? È stato il mio principale collaboratore fra il 1989 e il 1992, quando ero ministro del Bilancio del governo di Giulio Andreotti».

BRUTTI RICORDI
Monti ha sbanchettato, e un po’ si capisce. Vero che intorno a Cirino Pomicino insieme a lui c’erano altri professoroni dell’epoca, come Giancarlo Morcaldo, Antonio Pedone e Paolo Savona. Lui però stava in tre commissioni di rilievo, quella sul debito pubblico, quella sulla spesa pubblica e nel comitato scientifico della programmazione economica all’epoca guidato da un andreottiano doc come Luigi Cappugi. Un’esperienza di cui Pomicino ha raccontato poco, ricordando solo la «simpatia di Monti». E in effetti da raccontare non ci sarebbe molto. Grandi produzioni scientifiche quell’esperienza non le ha lasciate. E se si vedono i risultati di quel supporto scientifico al ministero del Bilancio al professore Monti uno non affiderebbe non dico un governo o un ministero economico, ma nemmeno l’amministrazione di un condominio. Il gran lavoro fatto sulla riduzione del debito pubblico e della spesa pubblica è scritto nero su bianco da due ricerche, una della Banca di Italia, l’altra della Ragioneria generale dello Stato.La prima dice che il debito pubblico al momento dell’insediamento di Cirino Pomicino e del professor Monti al ministero del Bilancio ammontava a 553 miliardi, 140 milioni e 900 mila euro attualizzati ad oggi.  Quando entrambi hanno finito il lavoro nel giugno 1992 il debito pubblico italiano era salito alla cifra di 799 miliardi, 500 milioni e 700 mila euro. La differenza assoluta è stata un incremento di 246 miliardi, 359 milioni e 800 mila euro. In termini percentuali la crescita del debito pubblico sotto i saggi consigli di Monti è stata del 44,53% in tre anni, ed è fra i record assoluti della storia della Repubblica italiana. Il professore, certo, potrà dire che lui dava consigli saggi e ricette magiche, e che poi era Cirino Pomicino a non applicarle alla lettera. Ma giustamente un risultato così è difficile da inserire in curriculum da gran risanatore di conti e costumi pubblici. Allora si può pensare che il debito ha un suo percorso inesorabile, e per i governi è più semplice il taglio della spesa corrente. Lì i consigli di Monti possono avere fatto centro.
SOLDI PER TUTTI
Basta prendere il librone storico della Ragioneria generale dello Stato per avere una seconda doccia fredda. Al momento dell’insediamento Pomicino-Monti la spesa pubblica italiana ammontava a 254 miliardi, 418 milioni e 970 mila euro. Al momento del loro doloroso abbandono dell’esecutivo la spesa pubblica era di 371 miliardi, 209 milioni e 895 mila euro. Questo significa che in soli tre anni è cresciuta di 116 miliardi, 790 milioni e 925 mila euro. In termini percentuali significa un’esplosione del 45,90%, superiore perfino a quella del debito pubblico e da annoverare anche essa fra le pagine più nere dei conti economici della Repubblica. L’esperienza non compare nella biografia del professore della Bocconi, e si capisce: avesse letto risultati così, qualsiasi studente avrebbe disertato lezioni e corsi del professore e perfino si sarebbe domandato l’utilità di studiare in quella Università. La biografia però si può sbanchettare, i conti dello Stato no. Sono passati tanti anni, e almeno dieci di questi Monti li ha passati in Europa, dove qualche ricetta un po’ più efficace avrà pure imparato. È riposta in quegli anni la speranza dei contribuenti e dei risparmiatori italiani, cui altrimenti potrebbe venire qualche dubbio e perfino un brivido ghiacciato. Come capita a chi ammalato vede presentarsi invece del medico il responsabile in persona della sua stessa malattia…

di Fosca Bincher

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prof. Mario Monti. L’unico economista con una sola citazione scientifica in tutta sua vita.

Giuseppe Sandro Mela

La Thomson Reuters, Web of Knowledge, Web of Science, é il database di tutte le pubblicazioni scientifiche edite dal 1889 ad oggi. E’ il database di riferimento per ricercare le pubblicazioni scientifiche di uno scienziato e le citazioni che esse hanno ricevuto.

Più lavori scientifici un ricercatore ha pubblicato su riviste internazionale e maggiore è il suo prestigio.

Più altri ricercatori citano ed usano i lavori che uno scienziato ha fatto e maggiore è la sua autorevolezza.

Ad esempio, Kurt Gödel ha ricevuto più di 44,900 citazioni. Il lavoro «Can quantum-mechanical description of physical reality be considered complete?» di Albert Einstein é stato citato 8,500 volte.

Un buon ricercatore a fine carriera ha pubblicato in media quaranta lavoro su riviste internazionali ed ha ricevuto circa duecentodieci citazioni da parte di lavori altrettanto pubblicati su riviste nternazionali.

Ciò premesso, domandiamoci quale é lo spessore scientifico del prof. Mario Monti, rettore dell’Università Bocconi di Milano.

Ecco cosa risponde la Thomson Reuters, Web of Knowledge, Web of Science:

Web of Knowledge Mario Monti Short  650x528 prof. Mario Monti. Lunico economista con una sola citazione scientifica in tutta sua vita.

Ingrandimento per leggere meglio:

1 650x832 prof. Mario Monti. Lunico economista con una sola citazione scientifica in tutta sua vita.

Il prof. Mario Monti ha al suo attivo ben 13 pubblicazioni, avendo ricevuto un totale di una, dicansi una, citazione. La maggior parte dei Suoi lavori é stata pubblicata su il «Giornale degli Economisti e Annali di Economia», che non sono mai state citate nemmeno una volta proprio da nessuno.

Questo risultato illustra lo spessore scientifico del Personaggio.

Per evitare malevoli commenti, qui di seguito riporto il risultato della Thomson Reuters, Web of Knowledge, Web of Science per il sottoscritto, solo per comparare il Rettore della Bocconi con uno squincero qualsiasi:

Web of Knowledge Giuseppe Sandro Mela Short  650x459 prof. Mario Monti. Lunico economista con una sola citazione scientifica in tutta sua vita.

Ingrandimento per leggere meglio:

21 650x808 prof. Mario Monti. Lunico economista con una sola citazione scientifica in tutta sua vita.

GS Mela ha al suo attivo 203 pubblicazioni su riviste internazionali. Il lavoro pubblicato sul New England Journal of Medicine é stato citato 352 volte, mentre quello sul Lancet 141. Gli altri a seguito.

Adesso abbiamo preso coscienza dello spessore scientifico del prof. Mario Monti, e ci si domanda:

Come ha fatto a passare il concorso a cattedra?

Come ha fatto a diventare il rettore della Bocconi?

Non fate malignità gratuite: non é assolutamente vero che il grembiulino fa la differenza.

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Ecco perché l’Europa è nella rete di Goldman Sachs

Da Monti a Draghi, dal governo greco a quello irlandese: ecco come funziona il potere occulto della banca Usa

La Goldman Sachs? Una banca d’affari che in Europa ha «tessuto una rete d’influenza unica sedimentata nel corso dei lustri grazie a una fitta trama sia pubblica, sia sotterranea». A dirlo non sono i soliti quattro gatti appassionati di trame e complotti internazionali, ma quelli di Le Monde. La bibbia dei “gauche caviar” d’Oltralpe parte da Mario Monti e Mario Draghi per accusare la banca d’affari statunitense di gestire un occulto direttorio europeo capace di manovrare, in base ai propri interessi, gli uomini chiamati prima a generare e poi governare la crisi dell’euro.

La caccia di Le Monde ai Goldman’s Boy parte proprio da Mario Monti. Come ricorda il quotidiano francese il nostro premier in pectore ha collezionato non solo l’incarico di consigliere internazionale della Goldman Sachs, conferitogli nel 2005, ma anche le cariche, non proprio ininfluenti, di presidente della Commissione Trilaterale e di socio del Bilderberg Group.
Ma l’appartenenza alla Trilaterale e al Bilderberg sembrano dei requisiti irrinunciabili per tutti i Messia delle disastrate nazioni europee.

Non a caso Peter Denis Sutherland presidente non esecutivo della Goldman Sachs International, membro del Bilderberg Group e presidente onorario della Trilaterale, è stato chiamato a dirigere le operazioni per il salvataggio dell’economia irlandese. Peccato che la Commissione Trilaterale, ideata nel 1973 da David Rockfeller, venga spesso accusata di non essere non soltanto un “think tank” dedito al coordinamento delle politiche di Asia, Europa e Stati Uniti, ma un centro di potere occulto creato – scriveva il senatore repubblicano Barry Goldwater – per sviluppare «un potere economico mondiale superiore ai governi politici delle nazioni coinvolte».

Ben peggiori sono però, ricorda Le Monde, i sospetti che circondano Mario Draghi l’attuale governatore della Bce, titolare tra il 2002 e il 2005 della carica di vice presidente della Goldman Sachs International. In quel fatale 2005 la Goldman Sachs rifila alla Grecia gli strumenti finanziari indispensabili per nascondere i debiti e metter piede nell’euro. A render possibile il raggiro targato Goldman Sachs contribuisce non poco Lucas Papadémos, il premier greco, membro come Mario Monti della Commissione Triennale, chiamato oggi – al pari del “Supermario” nostrano – a salvare la patria in pericolo.

Una patria accompagnata da lui stesso sull’orlo del precipizio quando, da governatore della Banca Centrale di Atene, affida a Petros Christodoulos, un ex gestore di titoli della Goldman, lo scellerato maquillage dei conti ellenici.
Tra i Goldman’s Boys nostrani Le Monde dimentica Romano Prodi. A puntare il dito sull’ex premier dell’Ulivo ci pensa già nel 2007 il Daily Telegraph accusandolo di esser stato sul libro paga della Goldman una prima volta tra il 1990 e il 1993 e poi di nuovo dopo il 1997.

Ma alla luce dello scenario disegnato da Le Monde è assai interessante anche il “cursus honorum” di Massimo Tononi, il 47enne manager bocconiano nominato nel 2006 sottosegretario all’Economia del governo Prodi dopo una fulgida carriera in Goldman Sachs. Tornato alla Goldman dopo quell’esperienza, Tononi è oggi il presidente di Borsa Italiana, la società di proprietà del London Stock Exchange che controlla Piazza Affari. Una carica assunta lo scorso giugno, poche settimane prima del fatidico decollo dello spread. Uno di quei casi che solo Dio sa spiegare. Non a caso Lloyd Craig Blankfein, presidente dal 2006 della Goldman Sachs e grande finanziatore delle campagne elettorali di Obama, spiega così il suo mestiere di banchiere. «Io faccio il lavoro di Dio».

Il Giornale

7 Responses to Altro che risanatore dei conti:Monti moltiplicò il debito italiano

  1. Pitocco says:

    Complimenti, molte cose non le conoscevo così.

  2. Luigi says:

    tutti ha festeggiare le dimissioni del presidente Berlusconi.
    voglio vedere i loro festeggiamenti dopo le prime tasse
    e dopo il salasso mi piacerebbe guardare come sono divertiti,
    e possibile che in Italia ci sono ancora tanti analfabeti e ignoranti
    che nn riescono a vedere oltre il loro naso,
    nn capiscono che an fatto un governo di prodiani ?
    pertanto è un governo di ladri peggio degli altri

    • Donato says:

      Eppure alle prossime elezioni,sono gli stessi che festeggeranno il “nuovo” vento democratico,facendosi abbindolare per l’ennesima volta da uno tsunami di parole positive proiettanti concetti perfettamente condivisibili ma strumentali.

      Questo è realmente un governo di tecnici,adesso abbiamo a che fare con preparatissimi criminali,si leggano a questo proposito i loro curricula,a partire magari da quello di Corrado Passera.

      Oltre alle misure “draconiane” che certamente ci colpiranno,i loro obbiettivi sono fondamentalmente quelli di permettere l’assorbimento da parte di chi realmente rappresentano(possibilmente a prezzi stracciati)delle aziende nazionali di eccellenza come ENI e Finmeccanica,la distruzione del welfare a favore di enti privati(in ossequio al libero mercato della macelleria sociale),senza dimenticare che fanno certamente gola gli immobili e non ultima la nostra riserva aurea che ammonta a circa 2.500 tonnellate,per un valore che si aggira intorno ai 38 miliardi di euro.

      Luigi,staremo a vedere.

  3. Complimenti per il vostro blog che ho conosciuto da poco e che trovo molto interessante, grazie per l’apporto che date per stabilire la verità dei fatti. Sono anni che denuncio, conoscendola bene per averne fatto parte, la sinistra italiana. Quello che è più lampante , supportato anche dagli ultimi accadimenti, è che non esiste una contrapposizione destra/sinistra a livello istituzionale, la caratteristica filoimperialista e liberista è da anni ormai trasversale ai 2 poli. Oggi si fà giustamente informazione sul ruolo di Monti ma non bisogna dimenticare il 1992 e il Panfilo Britannia dove si è pianificato il progetto criminale della vendita di tutti gli alberi sani dello stato , che davano frutti vitali per lo stato sociale ( sanità, scuola, pensioni, salari) e uno dei protagonisti di questo progetto criminale è stato Prodi (advisor della Goldman Sachs) tanto amato dall’aristocrazia dei comodo comunisti. Ci sarebbe tanto da scrivere ,ma credo che i lettori di questo blog non abbiano bisogno di altre informazioni, siete sicuramente un aiuto alla non omologazione.

  4. http://archiviostorico.corriere.it/1996/gennaio/14/Riva_Nessuna_parentela_con_schema_co_0_9601143853.shtml
    A proposito di Corrado Passera e della falsa contrapposizione tra destra e sinistra vi linko questo articolo del 1996 del Corsera , ricondandoVi che l’anno scorso ad Ottobre per la grande manifestazione della Fiom in Roma, sul palco di San Giovanni c’erano Cremaschi, Epifani e FLores D’Arcais direttore della prestigiosissima rivista per omologati e sinistrati MicroMega. Corrado Passera insieme a Antonio Di Pietro e Flores D’Arcais reggevano il CdA della rivista Micromega!

  5. Pingback: Goldman Sachs hit by £17.5m FSA fine

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